#1 di 4 “Un Quadro di Rinforzo Positivo Non Direttivo per il Trattamento del Trauma e delle Dipendenze”
👏👏 Non è tutto oro quello che luccica… insieme per “CONOSCERE X r-ESISTERE”.
Questa è la mia traduzione in italiano di questo recente paper “A Non-Directive Positive Reinforcement Framework for Trauma and Addiction Treatment” prodotto da Steve Hoskinson e Bach HO e pubblicato su “International Body Psychotherapy Journal” Number 1, volume 21 Spring/Summer 2022.
P.S. Le considerazioni fra [...] sono a cura del DottorPav. Suggerimenti, osservazioni e considerazioni che migliorino la comprensione del documento sono sempre gradite e potete inserirle nei commenti o scrivermi a pievis@hotmail.com 🙏
Link al paper originale https://organicintelligence.org/wp-content/uploads/2022/08/A-Non-Directive-Positive-Reinforcement-Framework-for-Trauma-and-Addiction-Organic-Intelligence.pdf
ABSTRACT
Le persone crescono e guariscono attraverso il supporto.
Questo documento prodotto da Steven Hoskinson e Bach Ho (rispettivamente fondatore e coach di Organic Intelligence®️ OI) sostiene che il trattamento delle dipendenze che attualmente va per la maggiore [mainstream addiction treatement] tende a rafforzare nel cliente gli stati di “negative affect” e di “negative urgency”. [“negative affect”, stati che hanno a che vedere con l’esperienza di emozioni negative e una scarsa concezione di sé] [“negative urgency”, stati caratterizzati da aspetti di impulsività noti per essere associati all'uso problematico di sostanze, nonché a una serie di altri aspetti negativi per la salute]
Questi due stati, in particolare “negative urgency”, mantengono la biologia del cliente bloccata in un rinforzo negativo: bloccata in oscillazioni del tipo “negative affect” seguito da sollievo da “negative affect”, sollievo che poi potenzia il ciclo successivo di “negative affect” e così via. Questa è la dinamica della dipendenza, considerata in senso lato.
Questo documento delinea un protocollo che opera all'interno di uno “shaping paradigm” per creare un quadro di rinforzo positivo [positive reinforcement frameworks] per il trattamento della dipendenza e del trauma. [shaping= modellamento; “shaping paradigm “ è un paradigma di condizionamento utilizzato principalmente nell'analisi sperimentale del comportamento] [rinforzo positivo è l’atto di premiare un comportamento positivo per incoraggiare a ripetersi in futuro]
L’approccio basato su Organic Intelligence® (OI) instaura condizioni relazionali naturali che sono guidate da una “free association conversation. [una conversazione caratterizzata dalla libera associazione di pensieri, sensazioni, emozioni, idee…]
La sintonia fra terapeuta e cliente e uno specifico processo di rinforzo [processo messo a punto con OI] amplificano, nel qui e ora, le eventuali riflessioni piacevoli e significative del cliente, consentendo gradualmente alla biologia del cliente di liberarsi dal dominio dell'onnipresente “negative bias”, dominio che ha un maggiore effetto sullo stato psicofisiologico e sui processi rispetto a cose neutre o positive. In altre parole, qualcosa di positivo avrà sulla persona generalmente un impatto minore rispetto a qualcosa di negativo.
OI propone questo cambiamento clinico fondamentale: dal rinforzo negativo a quello positivo perché il rinforzo positivo si allinea con l'impulso primario ed organico, non per elaborare il trauma o il passato, ma per migliorare la capacità del cliente di elaborare il proprio stato. [fine abstract]
Il costo della dipendenza è sbalorditivo sia per gli individui che per la società.
Non sorprende che la salute globale, le risposte governative e commerciali proliferino, con obiettivi apparentemente simili che vanno dall'istruzione/miglioramento al profitto.
Poiché la co-occorrenza di dipendenza e trauma è diventata più riconoscibile, i centri di trattamento di alto profilo negli Stati Uniti - come The Meadows, Sierra Tucson, ecc. - hanno reclutato professionisti del trauma di alto profilo per affiliarli ai loro marchi.
Metodi traumatologici come EMDR® e SE® sono stati presto incorporati in numerosi centri per le dipendenze. Però, sono emerse domande sull'efficacia e sugli esiti negativi dei diversi metodi e vi è un incentivo limitato a valutare gli esiti negativi dei protocolli di intervento somatico anche negli ambienti di trattamento commerciale. [EMDR Eye Movement Desensitization and Reprocessing] [SE Somatic Experiencing]
Per il trattamento somatico, come per la psicoterapia in generale, la valutazione degli esiti dannosi è per lo più carente. C'è motivo di preoccupazione per quanto riguarda gli esiti indesiderati, dal momento che il campo della terapia del trauma somatico, ancora agli inizi, manca per lo più di una guida basata sulla ricerca di protocolli per quel trattamento.
Comunque, il campo della “neurobiologia interpersonale” si trova con un'opportunità unica in questa fase iniziale del suo sviluppo per riconsiderare i concetti tradizionali di terapia che [fino ad oggi] sono incorporati nel trattamento somatico. Inoltre, l'attenzione alla gestione del rischio [connessa al trattamento] è particolarmente importante, data la vulnerabilità di coloro che lottano contro la dipendenza. [La “neurobiologia interpersonale “(Siegel, 1999) è una disciplina che studia il modo in cui la mente si sviluppa a partire dalla reciproca influenza tra relazioni umane, struttura e funzioni del cervello]
Gli autori di questo documento sperano di ispirare interventi con una maggiore attenzione verso la valutazione e la riduzione del danno. La riconsiderazione delle strutture terapeutiche e dei presupposti di base in relazione alla dipendenza serve, in questo documento, ad evidenziare le considerazioni più salienti per il successo terapeutico in generale, ed in particolare per i trattamenti che mirano a essere fondati sulla somatica e sul trauma.
"Il problema degli effetti avversi della psicoterapia è stato riconosciuto da decenni, ma la ricerca sulle cause e la prevenzione del danno non è riuscita a progredire". A questo proposito, Parry e altri 2016, si uniscono a un piccolo coro nell'accusa contro gli effetti indesiderati in terapia. Le sfide per valutare semplicemente la “prevalence” sono numerose e scoraggianti. [ “prevalence”, è la percentuale di individui che in una data popolazione ed in un dato tempo hanno delle caratteristiche specifiche]
Mentre le stime della prevalenza degli effetti negativi sono deludenti (cfr. Strauss e altri, 2021), ancora più preoccupante è il fatto che tali stime probabilmente sottostimano la prevalenza. Le valutazioni sono confuse da ben noti pregiudizi nella metodologia di indagine. La dissonanza cognitiva, ad esempio, direbbe che pagare un prezzo, monetario o emotivo, per qualcosa conferisce valore a ciò che viene acquisito. Il “negative reinforcement” suggerisce che la cessazione di un processo avverso in realtà rafforza quel processo. E il ripetuto suggerimento nella cultura della terapia che il dolore sia una parte necessaria della crescita [anche se trattasi di un livello minimo di dolore] sicuramente distorce la prospettiva post-processo dei clienti.
La terapia del trauma nasce quasi esclusivamente all'interno di questa struttura del “feeling-the-distress” [percepire, sentire lo stress] in quanto si basa su modelli di esposizione, anti-rimozione ed elaborazione fondati sulle prime nozioni Freudiane e Reichiane di terapia.
Come possiamo elaborare il trauma se lo evitiamo? Questa domanda sembra mettere a dura prova la nostra intelligenza. Tuttavia, questi presupposti di base sono fuorvianti. I terapeuti e i loro clienti non procedono contro il trauma [do not process trauma]: essi sperimentano stati neurobiologici nel qui e ora.
Per lavorare terapeuticamente con tali stati, è necessario prima comprendere gli aspetti più rilevanti di come questi stati funzionano nella biologia, e di come si mantengono e cambiano, incluso comprendere come gli stati che cambiano di momento in momento possono cambiare in tratti duraturi.
Le caratteristiche più salienti devono essere comprese all'interno di un quadro di scienza della complessità. Tale quadro evidenzia come i nostri sistemi biologici si organizzano, mantengono lo status quo o si disorganizzano. Più avanti, discuteremo di come l'intensità con valenza positiva possa catalizzare l'organizzazione nei sistemi dinamici umani.
Le dimensioni chiave per una comprensione dei sistemi dinamici sono:
1. Livello di intensità generale
2. Valenza: positiva o negativa
3. Accelerazione/decelerazione in funzione delle condizioni biologiche inibitorie e disinibitorie
Ogni sistema ha una soglia in cui l'intensità frammenterà o disordinerà quel sistema. L'intensità negativa, tuttavia, mantiene in gran parte lo status quo del sistema reiterando stati di intensità negativa attraverso il rinforzo negativo e il pregiudizio negativo [negative bias].
Il trattamento della dipendenza [che attualmente va per la maggiore] si è in gran parte comodamente rifugiato (ensconced) nel reiterare stati negativi, quindi mantenere lo status quo del sistema attraverso quel rinforzo negativo.
Il ruolo pericoloso che il “negative affect” ha nella dipendenza è ben noto. Measella e altri (2006) hanno dimostrato che il “negative affect” è in relazione stretta con l’uso di sostanze [prospective correlate of substance use]. Tuttavia, ancora più discriminante del solo “negative affect” è la “negative urgency” (vedi Kaiser e altri 2012): ossia le abitudini o le strategie impulsive, come per esempio l'uso di sostanze per ridurre l'intensità negativa.
Con questo documento ci proponiamo di:
Spiegare queste dinamiche con uno schema alternativo che si basa sulla comprensione dei sistemi complessi, come l'allostasi e i “large-scale brain network”. [Le reti cerebrali su larga scala, note anche come “ intrinsic brain networks” sono raccolte di immagini di aree cerebrali che vengono messe in relazione con il nostro funzionamento].
Delineare il lavoro terapeutico (OI) che si sviluppa in sintonia relazionale con gli stati dei clienti, stati che si verificano spontaneamente (e in modo ricorrente), stati che possono essere sempre più modellati all'interno di un paradigma di rinforzo positivo.
Nonostante questo nuovo paradigma, la dipendenza e il trauma sono condizioni gravi e persino pericolose per la vita, condizioni che richiedono spesso approcci terapeutici multidisciplinari. E per questo, esistono numerosi ”evidence-based approaches” tra cui CBT, i protocolli di esposizione, lo scavo introspettivo e interocettivo dei traumi, l'assegnazione di pratiche di auto-cura e l'adesione a comunità. [“evidence-based approaches”, approcci che si basano su una combinazione di utilizzo del pensiero critico e delle migliori prove disponibili, questi approcci rendono i decisori meno dipendenti da aneddoti, saggezza acquisita, esperienza personale e fonti che non sono affidabili]
Tuttavia noi crediamo che il danno [il danneggiare cliente/paziente] sarà ridotto quando riesamineremo ciò che è alla base della maggior parte della terapia: il processo di creazione e mantenimento nel cliente di un livello aversivo di intensità [aversivo: dicasi di quanto è percepito dal soggetto come avverso, ostile, quindi come fonte di ansia]. Questa spiacevole intensità è la fonte di una forma di danno gravemente sottovalutata.
Uno dei motivi per cui questa fonte di danno è poco riconosciuta è che la maggior parte delle persone, inclusi terapisti e clienti, crede, esplicitamente o implicitamente, che il farsi del male [harm] sia positivo: "Nessun dolore, nessun guadagno". "Potrebbe peggiorare prima di migliorare." "Per guarire e crescere dobbiamo uscire dalla nostra zona di comfort." In conseguenza di ciò, sia i terapeuti che i clienti possono interpretare positivamente la sofferenza in terapia, come segno di guarigione e crescita.
Noi proponiamo un modello radicalmente diverso: lavorare ad un livello di intensità inferiore e persino piacevole.
Ciò consente alla persona dipendente di allontanarsi gradualmente da uno sforzo imposto dall'alto, consente alla persona di gestire il proprio sistema, fare un qualcosa di molto più semplice e benefico. Le nostre biologie hanno la capacità di guarire e crescere da sole, e un livello confortevole di intensità è fondamentale per consentire questo processo innato.
Un programma terapeutico che si concentri il più possibile sul comfort sostenibile e sulla riduzione al minimo delle oscillazioni verso il disagio opera con uno schema di “rinforzo positivo”: uno schema che insegna alla fisiologia del cliente che è possibile sentirsi meglio (feel better) sentendosi meglio.
Ciò contrasta con il “rinforzo negativo”, che è uno schema che rafforza nella fisiologia del cliente il fatto che sentirsi meglio deve sempre in qualche modo essere collegato a sentirsi peggio, per esempio, mi sono sentito meglio dopo quella seduta spiacevole in cui ho dovuto provare i miei sentimenti di disagio o, mi sono sentito meglio dopo aver fatto la pratica X (per esempio, esercizio, diario, socializzazione) anche se, tale pratica, era stata scomoda da fare.
Un quadro di rinforzo positivo è l'essenza di Organic Intelligence (OI), un approccio terapeutico che è stato insegnato e utilizzato con successo aneddotico da centinaia di studenti OI a livello internazionale. [Aneddotico: che deriva dai racconti dei pazienti/clienti]
Sebbene l'elaborazione dell'intensità negativa associata al trauma sia l’approccio oggi normale [ovvero l’approccio più utilizzato], una delle principali scoperte dell'OI è che gli esseri umani possono aumentare la capacità di elaborazione attraverso l'aumento dell'intensità della valenza positiva. In questo modo la fisiologia può aumentare la sua capacità di gestire l'intensità in modo semplice, automatico ed autonomo. Ciò libera tempo ed energia affinché le persone perseguano vite significative, invece di dedicare così tanto tempo, energia ed attenzione alla gestione dei propri sistemi.
Il rinforzo positivo è particolarmente indicato per il trattamento della dipendenza e del trauma perché dipendenza e trauma sono fondamentalmente disturbi nella nostra capacità di elaborazione biologia.
In questo documento:
1) Sosteniamo la comprensione della dipendenza e del trauma come disturbi nell'elaborazione biologica, inclusa l'elaborazione delle informazioni.
2) Introduciamo la teoria di OI e il suo background scientifico: OI offre un modo per aumentare la capacità della biologia del cliente di elaborare autonomamente l'intensità del suo stato. La chiave per catalizzare questo aumento di capacità è un quadro di rinforzo positivo che con questa terapia opera in un contesto di “qui e ora”.
3) Spieghiamo come OI può essere utilizzato per creare un quadro di rinforzo positivo per il trattamento della dipendenza e del trauma.
Segue #2 di 4
Dipendenza e trauma come disturbi nell'elaborazione biologica dell'intensità.